L’intelligenza artificiale (AI) è in rapida evoluzione e con essa arriva un’ondata di sfide legali. OpenAI, il creatore del popolare chatbot ChatGPT, sta affrontando un numero crescente di cause legali da parte di testate giornalistiche per presunta violazione del copyright.
Al centro di queste cause legali ci sono le domande sui limiti del fair use, sull’etica dell’utilizzo di grandi quantità di dati esistenti per addestrare modelli di intelligenza artificiale e sul potenziale impatto economico sui creatori di contenuti tradizionali come giornalisti e testate giornalistiche.
La natura stessa della capacità dell’intelligenza artificiale di apprendere, elaborare e generare testo e immagini solleva questioni fondamentali sull’originalità, la paternità e i quadri giuridici che tradizionalmente hanno governato le opere creative.
OpenAI è bombardato di cause legali
I notiziari digitali The Intercept, Raw Story e AlterNet hanno presentato una richiesta di autorizzazione causa contro OpenAI, sostenendo che i loro articoli sono stati utilizzati per addestrare il chatbot ChatGPT senza la dovuta autorizzazione o compenso.
Ciò fa seguito a una causa simile intentata dal New York Times a dicembre. Le testate giornalistiche sono comprensibilmente preoccupate per il potenziale impatto finanziario delle piattaforme di intelligenza artificiale che utilizzano i loro contenuti senza autorizzazione o pagamento.

La causa sostiene che ChatGPT imita opere giornalistiche protette da copyright, dando l’impressione di essere una fonte informata mentre sostanzialmente plagia i contenuti. A differenza delle pubblicazioni cartacee in grado di registrare i diritti d’autore in blocco, le pubblicazioni digitali spesso non dispongono di questa protezione. Ciononostante, gli avvocati dei querelanti affermano che il loro lavoro rimane intrinsecamente protetto dalla legge sul diritto d’autore.
Lo chiede la causa intentata da Intercept, Raw Story e AlterNet almeno $ 2.500 di danni per ogni volta che una delle loro storie è stata utilizzata da ChatGPT.
Il CEO di The Intercept Annie Chabel afferma:
“Mentre le redazioni di tutto il Paese sono decimate dall’imperativo di tagli finanziari, OpenAI raccoglie i benefici dei nostri contenuti”,
“Ci auguriamo che questa causa invii un messaggio forte agli sviluppatori di intelligenza artificiale che hanno scelto di ignorare i nostri diritti d’autore e di sfruttare gratuitamente il duro lavoro dei nostri giornalisti”.
– Annie Chabel
I guanti sono spenti
In una svolta sorprendente degli eventi, OpenAI ha presentato una domanda riconvenzionale nella sua battaglia legale contro la causa del New York Times. OpenAI afferma che Times ha manipolato ChatGPT sfruttando un bug noto e utilizzare suggerimenti fuorvianti per generare prove di violazione del copyright. Sostengono che questo comportamento viola i suoi termini di utilizzo.
L’uso del termine “hacking” da parte di OpenAI è particolarmente provocatorio. Pur non implicando una violazione della sicurezza tecnica, evidenzia come i modelli di intelligenza artificiale possano essere manipolati per produrre risultati potenzialmente distorti o non veritieri.
Cause sul copyright dell’intelligenza artificiale: revisione approfondita
Le azioni legali contro OpenAI hanno ampie implicazioni per lo sviluppo dell’intelligenza artificiale e il diritto d’autore:
- Diritto d’autore e formazione sull’intelligenza artificiale: i limiti legali per l’utilizzo di materiale protetto da copyright per addestrare modelli di intelligenza artificiale rimangono poco chiari. Come si può trovare un equilibrio tra innovazione e tutela della proprietà intellettuale?
- Il fair use ridefinito: Il concetto tradizionale di “fair use” si applica quando l’intelligenza artificiale è il creatore del contenuto, con risultati potenzialmente trasformativi?
- Precedenti legali: L’esito di queste cause legali modellerà il panorama legale dell’intero settore dell’intelligenza artificiale, definendo come queste tecnologie possano utilizzare eticamente i contenuti esistenti
L’altra prospettiva
Il New York Times non si tira indietro, affermando che la sua indagine era necessaria per comprendere il potenziale uso improprio dei suoi contenuti.
Alcuni editori, come Axel Springer e Associated Press, hanno optato per un approccio diverso, raggiungere accordi di licenza sui contenuti con OpenAI.

Qual è il prossimo?
La battaglia legale tra testate giornalistiche e OpenAI si sta intensificando. Questo scontro ridefinirà senza dubbio la complessa relazione tra l’intelligenza artificiale, la legge sul copyright e le industrie che dipendono da entrambe.
Non possiamo fare a meno di chiederci: Perché tutte le armi sono puntate contro ChatGPT di OpenAI E Google Gemelli, Meta lamaE Le Chat di Mistral AI nemmeno se ne parla?
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