IL notizie di domani potrebbe essere scritto in modo molto diverso grazie ai recenti accordi stipulati tra OpenAI e i principali editori.
OpenAI ha scatenato un vortice di attività e polemiche con i suoi recenti accordi con importanti editori. Sebbene queste partnership possano offrire vantaggi significativi, sollevano anche preoccupazioni sul futuro delle notizie, sulla concorrenza nel settore dell’intelligenza artificiale e su potenziali battaglie legali con coloro che sono rimasti fuori dall’ovile.
Grandi modelli linguistici (LLM), la spina dorsale di sistemi simili ChatGPT, richiedono enormi quantità di dati di testo per l’addestramento. Tradizionalmente, gli sviluppatori di intelligenza artificiale si affidavano a fonti Internet liberamente disponibili.
Tuttavia, questa pratica affronta queste sfide:
- Blocchi legali: Editori come The New York Times e Vox Media hanno bloccato i crawler di OpenAI e cause legali per presunta violazione del diritto d’autore rappresentare una grave minaccia
- Preoccupazioni sulla qualità: i dati web non filtrati possono essere inaffidabili, imprecisi o distorti, compromettendo potenzialmente l’output dei modelli di intelligenza artificiale
- Considerazioni etiche: l’utilizzo di contenuti protetti da copyright senza compenso solleva preoccupazioni etiche sul fair use e sul valore del giornalismo
Le partnership strategiche di OpenAI
Per affrontare queste sfide, le società di intelligenza artificiale come OpenAI e Apple stanno attivamente formando partnership con organi di stampa.
I rapporti lo indicano OpenAI offre tra 1 milione e 5 milioni di dollari ogni anno per le licenze di notizie, con Apple che offre somme simili.
E sembra che il il fascino del prezzo ha catturato alcuni grossi pesci per OpenAI: Le Monde e Prisa Media consentiranno ora a ChatGPT di utilizzare i loro contenuti precedenti e attuali, come spiegato nell’articolo del 13 marzo 2024 post sul blog di OpenAI.

Questi accordi probabilmente implicano la fornitura a OpenAI dell’accesso ai ricchi archivi di articoli di notizie e altri contenuti testuali degli editori. In cambio, gli editori potrebbero ottenere un accesso anticipato a strumenti avanzati di intelligenza artificiale che potrebbero migliorare le loro operazioni, dal riepilogo delle notizie alla generazione di contenuti.
Un passo avanti
Gli accordi esclusivi di OpenAI con gli editori minacciano di dare alla società una vantaggio significativo rispetto ai suoi rivali IA.
Con l’accesso a dati reali di alta qualità, OpenAI può perfezionare i suoi LLM per produrre strumenti basati su testo ancora più interessanti e utili.
Ai concorrenti piace Antropico E Google Gemelli senza simili raccolte di dati troverà più difficile tenere il passo, lasciando OpenAI in una posizione di mercato potenzialmente dominante.
Lo sono anche i notiziari non inclusi o semplicemente non interessati alle offerte di OpenAI già esprimendo preoccupazione.
Alcuni sostengono che l’utilizzo dei loro contenuti per addestrare modelli di intelligenza artificiale commerciali senza un permesso esplicito o un compenso violi la legge sul copyright e mina il principio del fair use.
Il rischio di azioni legali è elevato, soprattutto perché i confini legali relativi all’intelligenza artificiale e alla proprietà intellettuale sono ancora in fase di definizione.

Il futuro incerto dei mezzi di informazione
Gli effetti a lungo termine degli accordi con gli editori di OpenAI sul settore delle notizie lo sono difficile da prevedere.
Da un lato, L’intelligenza artificiale potrebbe migliorare il giornalismoautomatizzando le attività banali, consentendo una maggiore personalizzazione e aiutando a combattere la disinformazione.
D’altra parte, c’è il rischio di I contenuti generati dall’intelligenza artificiale minano la fiducia del pubblico e sostituiscono i giornalisti – e gli editori che li impiegano.
Inoltre, con OpenAI pronto a ottenere un controllo potenzialmente senza precedenti sulla generazione e distribuzione di notizie attraverso i suoi strumenti, i problemi di parzialità e di mancanza di trasparenza sono preoccupanti.

Mentre la polvere si deposita sulla scia degli accordi con gli editori di OpenAI, rimangono diverse domande cruciali:
- Accordi come questi dovrebbero ricevere un maggiore controllo normativo a causa del loro potenziale di soffocare la concorrenza nel fiorente mercato dell’intelligenza artificiale?
- I notiziari dovrebbero essere compensati finanziariamente per i loro contenuti quando vengono utilizzati per addestrare sistemi di intelligenza artificiale commerciali?
- Come possiamo garantire che le notizie generate dall’intelligenza artificiale siano chiaramente etichettate e attribuite, consentendo la valutazione pubblica dell’accuratezza e dei potenziali pregiudizi?
- Come possono le redazioni trovare un equilibrio tra lo sfruttamento del potenziale dell’intelligenza artificiale, il rispetto degli standard etici e la protezione del ruolo fondamentale dei giornalisti?
Il percorso tracciato dall’intelligenza artificiale nel settore dell’informazione determinerà se fungerà da strumento per potenziare o erodere il giornalismo. Le offerte di OpenAI sono a un bivio.
Le scelte fatte oggi dai titani della tecnologia, dalle redazioni e dalla società in generale determineranno la natura stessa delle informazioni che consumiamo e in definitiva chi lo controlla.
Credito immagine in primo piano: Petra/Pixabay.