Di recente, la città di Gumi in Corea del Sud si è ritrovata al centro dell’attenzione mondiale a seguito di un evento sconcertante e senza precedenti: il presunto “suicidio del robot”. Questo incidente ha suscitato interrogativi sull’integrazione dell’intelligenza artificiale nella vita quotidiana degli esseri umani e sulle potenziali sfide che la accompagnano.
Il robot in questione, affettuosamente noto come “Robot Supervisor”, non era solo una semplice macchina, ma un prezioso funzionario pubblico dotato di una propria carta d’identità ufficiale. Prodotto da Robotica dell’orsouna startup con sede in California, il robot era operativo da agosto 2023, navigando senza problemi nell’edificio del consiglio per svolgere una serie di compiti essenziali. Dalla consegna di documenti alla promozione di iniziative cittadine e alla diffusione di informazioni, il robot ha svolto un ruolo cruciale nel migliorare l’efficienza operativa.
Ecco come è avvenuto il primo suicidio del robot
La tragedia ha colpito il 26 giugno 2024, quando alcuni testimoni hanno riferito di aver visto il Robot Supervisor comportarsi in modo strano prima della sua caduta improvvisa da una scalinata alta 2 metri all’interno dell’edificio del consiglio. I testimoni hanno descritto il robot che volteggiava come se avesse rilevato qualcosa di insolito prima che si verificasse il tragico incidente. Le conseguenze hanno lasciato il robot gravemente danneggiato, spingendo a raccogliere immediatamente le sue parti per l’analisi forense per determinare la causa della caduta.
Una teoria ipotizza che la caduta del robot possa essere stata innescata da superlavoro o malfunzionamento tecnico, sollevando preoccupazioni circa le pressioni a cui sono sottoposti i robot nei ruoli di servizio. L’incidente sottolinea la necessità di robuste misure di sicurezza e meccanismi di monitoraggio per garantire il benessere delle controparti robotiche negli ambienti di lavoro.
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Bear Robotics, il produttore, ha avviato una propria indagine per scoprire eventuali problemi tecnici che potrebbero aver contribuito all’incidente. In risposta alla tragedia, il Consiglio comunale di Gumi ha deciso di sospendere i suoi piani di introdurre un secondo robot impiegato statale finché la causa dell’incidente non sarà pienamente compresa e affrontata.
Le indagini sul primo suicidio di un robot a Gumi City sono ancora in corso e le parti interessate sono impegnate a svelare il mistero dietro questo evento senza precedenti e a garantire la sicurezza e l’efficienza future dei sistemi robotici impiegati nei servizi.
Credito immagine in evidenza: MBC News