Google continua a promuovere i suoi sforzi nella trasparenza dei contenuti, concentrandosi su strumenti che aiutano gli utenti a comprendere come i media, come immagini, video e audio, sono stati creati e modificati. Uno sviluppo chiave in quest’area è la sua collaborazione con la Coalition for Content Provenance and Authenticity (C2PA), dove Google svolge un ruolo attivo come membro del comitato direttivo. L’obiettivo di questa partnership è migliorare la trasparenza online man mano che i contenuti si spostano tra le piattaforme, fornendo agli utenti informazioni migliori sulle origini e le modifiche dei media con cui interagiscono.
Il C2PA si concentra sulla tecnologia di provenienza dei contenuti, che aiuta gli utenti a determinare se un contenuto è stato catturato da una telecamera, modificato tramite software o generato dall’intelligenza artificiale. Questa iniziativa mira a dotare le persone di informazioni che sviluppano l’alfabetizzazione mediatica e consentono loro di prendere decisioni più consapevoli sull’autenticità dei contenuti che incontrano. Secondo l’annuncio, Google ha contribuito all’ultima versione (2.1) del C2PA Standard di credenziali di contenutoche ora è dotato di misure di sicurezza più severe per prevenire manomissioni, contribuendo a garantire che le informazioni sulla provenienza non siano fuorvianti.
Che cos’è C2PA?
C2PA, ovvero la Coalition for Content Provenance and Authenticity, è un gruppo di aziende e organizzazioni che lavorano insieme per aiutare le persone a sapere da dove provengono i contenuti digitali, come foto, video e audio, e se sono stati modificati o cambiati. Il loro obiettivo è creare un modo per tracciare l’origine dei contenuti e le modifiche che hanno subito, rendendo più facile individuare informazioni false o fuorvianti online.
Pensatela come un “tag” digitale che mostra se una foto è stata scattata da una macchina fotografica, modificata con un software o generata dall’intelligenza artificiale. Questa informazione aiuta le persone ad avere fiducia in ciò che vedono su Internet, fornendo loro maggiori dettagli su come è stato creato quel contenuto.
Nuova integrazione delle funzionalità nei prodotti Google
Nei prossimi mesi Google prevede di integrare questa nuova versione di Content Credentials in alcuni dei suoi prodotti chiave. Ad esempio, gli utenti potranno presto accedere ai metadati C2PA tramite “Informazioni su questa immagine” in Ricerca Google, Google Immagini e Google Lens. Questa funzionalità aiuterà gli utenti a identificare se un’immagine è stata creata o modificata utilizzando strumenti di intelligenza artificiale, fornendo più contesto sui media che incontrano.
Google sta anche incorporando questi standard di metadati nei suoi sistemi pubblicitari. Nel tempo, l’azienda mira a utilizzare i segnali C2PA per informare il modo in cui applica le policy pubblicitarie, potenzialmente plasmando il modo in cui i contenuti pubblicitari vengono monitorati per autenticità e accuratezza.
Inoltre, Google è esplorare modi per estendere questa tecnologia a YouTubecon la possibilità in futuro di consentire agli spettatori di verificare l’origine dei contenuti video. Questa espansione rafforzerebbe l’impegno di Google nel garantire trasparenza nella creazione di contenuti multimediali sulle sue piattaforme.

Il ruolo di Google nel C2PA si estende oltre le integrazioni dei suoi prodotti. L’azienda sta anche incoraggiando un’adozione più ampia della tecnologia di provenienza dei contenuti nel settore tecnologico. L’obiettivo è creare soluzioni interoperabili che funzionino su piattaforme, servizi e provider hardware. Questo approccio collaborativo è visto come cruciale per creare standard sostenibili e di settore per verificare l’autenticità dei contenuti digitali.
Per completare il suo lavoro con il C2PA, Google sta anche portando avanti SintesiIDuno strumento sviluppato da Google DeepMind che incorpora filigrane nei contenuti generati dall’intelligenza artificiale. Queste filigrane consentono di identificare e tracciare più facilmente i contenuti multimediali creati dall’intelligenza artificiale, rispondendo alle preoccupazioni relative al potenziale rischio di diffusione di informazioni errate da parte degli strumenti di intelligenza artificiale.
Gli artisti Google vanno in tribunale per il generatore di immagini AI
Poiché sempre più contenuti digitali vengono creati utilizzando strumenti di intelligenza artificiale, sarà fondamentale garantire che i dati di provenienza rimangano accurati e sicuri. Il coinvolgimento di Google in C2PA fa parte di uno sforzo più ampio per affrontare queste sfide, ma l’efficacia di queste misure dipenderà dalla cooperazione e dall’adozione diffuse del settore.
Gli sforzi di Google per affrontare i contenuti generati dall’intelligenza artificiale nei suoi risultati di ricerca sono un passo avanti verso una maggiore trasparenza, ma restano dubbi sull’efficacia dell’approccio. La funzionalità “Informazioni su questa immagine”, che fornisce un contesto aggiuntivo sul fatto che un’immagine sia stata creata o modificata con l’intelligenza artificiale, richiede agli utenti di compiere ulteriori passaggi per accedere a queste informazioni. Ciò potrebbe rappresentare una potenziale limitazione, poiché gli utenti che non conoscono lo strumento potrebbero non sapere mai che è disponibile per loro. La funzionalità si basa in gran parte sulla ricerca attiva da parte degli utenti della provenienza di un’immagine, il che potrebbe non essere il comportamento predefinito per molti.
La sfida più ampia consiste nel rendere tali strumenti di trasparenza più intuitivi e visibili agli utenti, in modo che possano verificare rapidamente e facilmente i contenuti senza dover scavare nei dettagli. Man mano che i contenuti generati dall’intelligenza artificiale continuano a crescere, la necessità di una verifica fluida diventerà sempre più pressante, sollevando interrogativi sul fatto che etichette nascoste e passaggi aggiuntivi siano sufficienti per mantenere la fiducia nei media digitali.
Crediti delle immagini: Kerem Gülen/Ideogramma