Meta ha confermato che qualsiasi immagine scattata attraverso di esso può essere utilizzata anche per addestrare i suoi modelli di intelligenza artificiale. L’azienda inizialmente ha eluso la domanda e poi ha risposto TechCrunchaffermando che mentre le foto e i video ripresi con gli occhiali Ray-Ban Meta non possono essere utilizzati per l’allenamento a meno che non vengano inviati all’intelligenza artificiale, una volta chiesto a Meta AI di analizzarli, tali immagini rientrano in politiche diverse e possono essere utilizzate per la formazione sull’intelligenza artificiale.’
I tuoi dati “potrebbero essere utilizzati per migliorarlo”
In una email a TechCrunchEmil Vazquez, responsabile delle comunicazioni politiche di Meta, ha spiegato che le immagini e i video condivisi con Meta AI negli Stati Uniti e in Canada “potrebbero essere utilizzati per migliorarlo”, come affermato nella politica sulla privacy dell’azienda. Ciò significa che ogni volta che chiedi all’intelligenza artificiale di analizzare l’ambiente circostante, passi i dati a Meta che può utilizzare per migliorare i suoi modelli di intelligenza artificiale.
La rivelazione è particolarmente preoccupante considerando la novità, la facilitàFunzionalità AI facili da usare implementate con gli occhiali Ray-Ban Meta. Ora, l’IA può analizzare flussi in tempo reale, come cercare in un armadio per suggerire cosa indossare, ma anche quelle immagini verranno inviate a Meta per addestrare il modello AI.
Ma quando gli utenti iniziano a interagire con questi occhiali intelligenti, non è chiaro se stiano anche concedendo a Meta l’accesso a spazi personali, persone care o dati sensibili per il suo sviluppo dell’intelligenza artificiale. Non c’è altro modo per aggirare questo problema se non quello di non utilizzare le funzionalità AI multimodali di Meta. Meta afferma che le interazioni con la funzionalità AI possono essere utilizzate per addestrare i modelli, ma questo non è sempre indicato nell’interfaccia utente.
Mentre gli occhiali intelligenti si trasformano in problemi di privacy, tali preoccupazioni fanno eco a quelle che circondano Google Glass, ma ora con l’intelligenza artificiale al centro. Meta, spingendo i suoi dispositivi indossabili basati sull’intelligenza artificiale, si chiede: fino a che punto gli utenti sono disposti a spingersi, consapevolmente o inconsapevolmente, per continuare una generazione di modelli di intelligenza artificiale?
Credito immagine in primo piano: Meta