Secondo un’esclusiva TechCrunch articolo, OpenAI non ha fornito lo strumento di disattivazione promesso “Media Manager”, annunciato nel maggio 2024 per consentire ai creatori e ai proprietari di contenuti di impedire che i loro lavori vengano utilizzati nella formazione sull’intelligenza artificiale. All’inizio del 2025, gli addetti ai lavori indicano che questa caratteristica non è una priorità per l’azienda.
OpenAI ritarda lo strumento di gestione multimediale per la protezione del copyright
Lo strumento “Media Manager” è stato progettato per aiutare a identificare i contenuti protetti da copyright, inclusi testo, immagini, audio e video, e aveva lo scopo di consentire ai creatori di impostare le preferenze relative all’uso delle loro opere. L’annuncio è stato fatto in risposta alle ampie critiche sull’utilizzo da parte di OpenAI di materiale protetto da copyright per addestrare i suoi modelli, come Sora, che genera contenuti formati su miliardi di pagine Web e può produrre quasi duplicati di opere protette da copyright.
Nonostante l’entusiasmo iniziale attorno a Media Manager, i rapporti suggeriscono che non si è trattato di un focus significativo a livello interno. Lo ha detto un ex dipendente di OpenAI TechCrunch“Non credo che fosse una priorità. Ad essere sincero, non ricordo nessuno che ci abbia lavorato. Un contatto in stretto coordinamento con OpenAI ha inoltre indicato che non ci sono stati aggiornamenti recenti riguardanti lo strumento. Fred von Lohmann, un membro del team legale di OpenAI coinvolto in Media Manager, è passato al ruolo di consulente part-time in ottobre.
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Dopo l’annuncio, OpenAI non ha rilasciato alcuna dichiarazione pubblica in merito allo stato di avanzamento di Media Manager. L’azienda non ha rispettato la scadenza autoimposta per far funzionare lo strumento “entro il 2025”, portando all’incertezza sul suo futuro. OpenAI ha implementato alcune misure ad hoc per consentire ai creatori di rinunciare alla formazione sull’intelligenza artificiale, ma queste sono state criticate per essere inadeguate. Un modulo di presentazione che consente agli artisti di segnalare il proprio lavoro per l’esclusione è stato percepito come complicato e i webmaster possono bloccare lo scraping dei dati ma non dispongono di meccanismi specifici per i diversi tipi di media.
Gli esperti si chiedono se Media Manager possa risolvere efficacemente le questioni legali legate all’utilizzo della proprietà intellettuale. Adrian Cyhan, un avvocato specializzato in proprietà intellettuale, ha espresso scetticismo sulla capacità di OpenAI di affrontare le complessità della protezione dei creatori. Ed Newton-Rex, fondatore di Fairly Trained, ha osservato che l’onere del controllo potrebbe spostarsi ingiustamente sui creatori che potrebbero non essere informati dell’esistenza dello strumento.
OpenAI è attualmente coinvolta azioni legali collettive da vari creatori, inclusi autori e società di media, che sostengono che le loro opere siano state utilizzate senza autorizzazione. L’azienda sostiene che i suoi risultati generati dall’intelligenza artificiale si qualificano come fair use producendo opere trasformative. OpenAI afferma che lo sviluppo di modelli di intelligenza artificiale competitivi senza sfruttare materiali protetti da copyright sarebbe irrealizzabile e sottolinea la necessità di un approccio approfondito all’approvvigionamento dei dati e al rispetto dei requisiti legali.
Credito immagine in primo piano: OpenAI