L’intelligenza artificiale potrebbe essere la prossima grande cosa in energia pulita o nel prossimo grosso problema. L’Agenzia internazionale per l’energia (IEA) ha rilasciato Il suo primo importante rapporto su come il boom dell’IA sia rimodellare la domanda di elettricità globale e i numeri sono sconcertanti.
Il titolo? Entro il 2030, i data center, sovralimentati da carichi di lavoro AI, dovrebbero consumare tutta l’elettricità che il Giappone fa oggi. Questo è approssimativamente 945 Terawatt-Hours Ogni anno, con AI responsabile di oltre la metà di quella crescita.
Il problema di potere di cui nessuno vuole parlare
Il rapporto dell’IEA conferma ciò che molti temevano: i data center, una volta un angolo relativamente tranquillo del consumo di energia, stanno diventando maiali di potere globali. Alcune delle strutture di oggi usano già tutta l’elettricità quanto 100.000 famiglie. Gli iperscalatori del prossimo decennio? Aspettatevi 20 volte.
Solo negli Stati Uniti, i data center potrebbero rappresentare quasi la metà di tutte le nuove richieste di elettricità fino al 2030, eclissando anche le esigenze di energia delle industrie pesanti tradizionali come l’acciaio e il cemento combinati.
Ma il rapporto non è tutto Doom. L’IEA sostiene che l’IA potrebbe anche essere la chiave per risolvere le sfide dell’efficienza energetica. Dall’ottimizzazione delle reti elettriche e delle previsioni meteorologiche per le energie rinnovabili alla rilevazione di perdite di infrastrutture o alla progettazione di materiali per risparmiare energia, l’IA potrebbe diventare uno strumento climatico critico, se i governi fissano le giuste condizioni.
“L’intelligenza artificiale è uno strumento, potenzialmente incredibilmente potente, ma dipende da noi – le nostre società, governi e aziende – come lo usiamo”, ha dichiarato il direttore esecutivo dell’IEA Fatih Birol.
Tuttavia, alcuni esperti non stanno acquistando l’ottimismo all’ingrosso. Claude Turmes, ministro dell’energia del Lussemburgo, ha sbattuto l’inquadratura dell’IEA come “un dono di benvenuto” per i giganti della tecnologia statunitensi, accusandolo di minimizzare la scala del problema ed evitare le raccomandazioni politiche concrete.
E ricercatori come Alex de Vries di Vu Amsterdam credono che l’IEA stia sottovalutando la fame di energia dell’IA. Ha detto Natura Il fatto che l’ascesa dell’IA potrebbe presto spiegare un “rischio grave” per gli obiettivi climatici, suggerendo che la quota dell’IA sull’uso di elettricità globale raggiungerà diversi punti percentuali, un onere significativo per i sistemi energetici già lottando con la decarbonizzazione.
Come i data center stanno cercando di far fronte
Nel frattempo, alcune innovazioni di raffreddamento ed efficienza stanno attirando l’attenzione. Startup come Asperitas (Paesi Bassi), Submer (Spagna) e Iceotope (Regno Unito) stanno sperimentando il raffreddamento dell’immersione per ridurre i rifiuti di calore. Altri, come Deepgreen del Regno Unito, stanno esplorando i modi per riutilizzare il calore del data center per il riscaldamento distrettuale o i processi industriali.
Ma queste soluzioni, sebbene promettenti, non sono affatto vicino alla scala necessaria per compensare l’aumento previsto nell’uso di energia da carichi di lavoro guidati dall’IA.
Il rapporto dell’IEA chiarisce una cosa: il mondo si sta dirigendo verso un futuro energetico in cui l’IA peggiora e potenzialmente risolve il proprio problema di emissioni. Entro il 2030, i data center dovrebbero procurarsi circa il 50% della loro potenza dalle energie rinnovabili, con il resto proveniente da un mix di carbone, nucleare e gas naturale. Ma anche quella transizione dipende fortemente dagli investimenti in griglie, nuove centrali elettriche e regolamenti più intelligenti.
Allo stesso tempo, l’IA stessa sta diventando parte integrante delle operazioni del settore energetico. Le compagnie elettriche utilizzano l’IA non solo per bilanciare la domanda o integrare le energie rinnovabili, ma anche per difendersi da attacchi informatici sempre più basati sull’intelligenza artificiale, che secondo l’IEA ha triplicato negli ultimi quattro anni.
Il futuro impatto dell’IA sulle emissioni, conclude l’IEA, non sarà determinato dalla sola tecnologia. Dipenderà dal fatto che governi, industria e regolatori possano guidare in modo intelligente il suo lancio, incentivando l’efficienza rispetto ai rifiuti, l’innovazione per una crescita incontrollata.
Altrimenti, il mondo potrebbe finire con AI abbastanza potente da progettare nuovi sistemi di energia pulita, bruciando contemporaneamente attraverso più elettricità rispetto a intere nazioni solo per rispondere al tuo prossimo prompt.